Terzo Settore in crescita secondo i dati Istat. Fiaschi: “Riequilibra le diseguaglianze e investe nelle aree deboli”
9 ottobre 2020 “Il mondo del non profit riesce a dare ancora un determinante contributo nel riequilibrio delle diseguaglianze di sviluppo e quindi di investimento nelle aree deboli del Paese, confermando la sua mission” Claudia Fiaschi, portavoce del Forum Terzo Settore, commenta così i nuovi dati Istat sul settore non profit in Italia, presentati oggi durante Le Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile.
Secondo la fotografia scattata dall’Istat il settore continua a crescere. Nel 2018, le istituzioni non profit attive in Italia sono 359.574, con un aumento annuale del 2%, e impiegano 853.476 dipendenti, hanno un’incidenza rispetto al complesso delle imprese dell’industria e dei servizi dell’8,2% (era 5,8% del 2001). L’incremento più elevato si registra nei campi della tutela dei diritti e attività politica (+9,9%), dell’assistenza sociale e protezione civile (+4,1%), della filantropia e promozione del volontariato (+3,9%) e delle relazioni sindacali e rappresentanza interessi (+3,7%).
“In un Paese in cui tutto sembra faccia fatica a crescere, il non profit rimane l’unico settore con un trend positivo anche in termini occupazionali, soprattutto nei territori piu difficili e fragili” afferma Fiaschi. “E’ tempo che il nostro Paese valorizzi maggiormente questa naturale propensione alla crescita di questa ampia e variegata pluralità di esperienze di iniziativa civica organizzata, capaci di generare impatto sociale e sviluppare quella economia legata ai beni comuni di cui parlano in tanti. Per fare questo occorre un investimento strutturato e di lungo periodo per consolidare i soggetti e la loro capacità di fare rete nelle comunità.”
“Ci sono priorità di benessere collettivo su cui dobbiamo costruire politiche e orientare risorse” prosegue Fiaschi. “Occorre una visione sistemica del cambiamento su cui intervenire con politiche fiscali, di infrastutturazione dei servizi, di sostegno, e quindi di scelte di destinazione e allocazione delle risorse pubbliche.”
Le istituzioni non profit sono le principali beneficiarie del cinque per mille con 12,9 milioni di scelte espresse dai contribuenti e un importo totale pari a 439,8 milioni di euro. “Le scelte donative, di destinazione volontaria della fiscalità e di iniziativa civica raccontano la sensibilità degli italiani sulle priorità del Paese. Da qui deve ripartire la politica per orientare gli indirizzi di spesa pubblica” conclude Fiaschi.