L’acqua è il nuovo petrolio, corsa mondiale per accaparrarsela
Ecco perchè ci siamo battuti come leoni per il referendum per l’acqua pubblica, le banche di Wall Street e i multimiliardari stanno acquistando l’acqua di tutto il mondo a un ritmo senza precedenti. Il motivo? Le riserve cominciano a scarseggiare e in tanti prevedono che prenderà il posto del petrolio nel causare nuove guerre.
Si sta accelerando una tendenza preoccupante: le banche di Wall Street e i multimiliardari dell’elite stanno acquistando l’acqua in tutto il mondo ad un ritmo senza precedenti. Note mega-banche e colossi d’investimento stanno consolidando il loro controllo sull’acqua. Anche magnati come T. Boone Pickens, l’ex presidente George H.W. Bush e la sua famiglia, Li Ka-shing di Hong Kong, Manuel V. Pangilinan delle Filippine e altri stanno comprando migliaia di ettari di terreno con falde acquifere, laghi, diritti di sfruttamento, aziende di erogazione, azioni in compagnie di ingegneria e tecnologia dell’acqua.
Le seconda tendenza preoccupante è che, mentre i nuovi baroni stanno comprando l’acqua in tutto il mondo, i governi stanno rapidamente limitando la capacità dei cittadini di procurarsela autonomamente (come evidenziato dal noto caso di Gary Harrington, nell’Oregon, dove lo stato ha criminalizzato la raccolta dell’acqua piovana in tre laghetti situati sulla sua proprietà privata, accusandolo di 9 imputazioni e condannandolo a 30 giorni di prigione).
Il miliardario T. Boone Pickens possiede più diritti di sfruttamento dell’acqua di qualsiasi altro individuo in America, potendo sfruttare circa 250 miliardi di litri l’anno. Ma l’ordinario cittadino Gary Harrington non può raccogliere l’acqua piovana sui suoi 68 ettari di terreno. E’ uno strano Nuovo Ordine Mondiale quello in cui i multimiliardari e le banche possono possedere falde acquifere e laghi, ma i comuni cittadini non possono neanche raccogliere l’acqua piovana o la neve disciolta nei loro cortili dietro casa. “L’acqua è il petrolio del 21° secolo.” Parola di Andrew Liveris, amministratore delegato dell’azienda chimica Dow. […] Solo negli USA, l’acqua è un’industria da 425 miliardi di dollari. Nella sua conferenza annuale sui “Cinque rischi principali”, la Goldman Sachs ha affermato che una scarsità d’acqua potrebbe essere, per l’umanità del 21° secolo, una minaccia più grave di quella di cibo e d’energia.
Negli scorsi anni si è registrata una vera e propria corsa all’acqua, con tantissimi gruppi e colossi di investimento che hanno acquisiti aziende di depurazione e distribuzione dell’acqua. Una tendenza comune anche ad alcune delle famiglie più ricche del globo come per esempio la famiglia Bush, che nel 2005 e 2006 ha comprato 1.200 km quadrati di terreno alla frontiera tra Bolivia, Brasile e Paraguay. Il terreno si trova sulla falda acquifera più grande del mondo, dal volume di circa 40.000km cubi. Si stima che questa riserva sotterranea potrebbe rifornire il mondo intero d’acqua potabile per 200 anni. Nel frattempo la corsa alla privatizzazione si accentua. Quando l’acqua comincerà a scarseggiare c’è chi si farà trovare pronto. E tutti gli altri? Domanda inquietante.
Fonte: www.affaritaliani.it