Buon compleanno Amnesty International
Il 28 maggio 1961, usciva sull’Observer un articolo scritto dall’avvocato inglese Peter Benenson che segnò l’inizio dell’ associazione mondiale in difesa dei ‘prigionieri di coscienza’, chi perde la libertà o la vita a causa del suo pensiero
Sulla prima pagina del quotidiano The Observer, il 28 maggio 1961, 53 anni fa, avreste avuto l’onore di leggere un articolo The Forgotten Prisoners , prigionieri dimenticati, scritto da un avvocato inglese, Peter Benenson, destinato a rimanere nella Storia, quella con la s maiuscola.
Non un articolo qualunque, quindi. Né un uomo qualunque fu a scriverlo.
Tutto nacque il mattino del 19 novembre 1960 quando Benenson lesse un articolo sul Daily Telegraph che riportava la notizia di due studenti in Portogallo arrestati dalla polizia segreta del dittatore Salazar in un locale, dopo aver ‘semplicemente’ brindato alla libertà. Ma in dittatura, questo è reato.
Di formazione privilegiata così come di carattere attento alla società e alla sua libertà, Benenson fu prima formato in casa da WH Auden come precettore, poi studente ad Eton e successivamente ad Oxford.
Sin dall’adolescenza si spese per le perseguitazioni e la limitazione della libertà a causa delle proprie idee, ritenendo impossibile, come ha spesso affermato, far passare la cosa senza nemmeno indignarsi.
Si spese contro la dittatura , la prepotenza, le perseguitazioni.
Come studente di Storia si rese conto di quanto di tutto questo fosse accaduto e di quante vittime non avessero avuto voce fino ad allora.
Divenuto avvocato entrò nella Società degli avvocati laburisti che lo inviò in Spagna come osservatore dei processi di alcuni sindacalisti spagnoli in piena dittatura di Franco.
Dedicò la sua vita alla tutela legale dei diritti civili.
Con l’esperienza maturata fondò Justice assieme ad altri avvocati, ma non era abbastanza, bisognava fare di più. Coinvolgere tanti, tutti, il mondo intero.
Fu così che, leggendo l’articolo del Telegraph tutto ebbe un senso, i tempi erano maturi.
Erano pronti per trasformare l’indignazione in un concreto gesto di reazione.
Il messaggio doveva essere veicolato immediatamente e nel minor tempo possibile.
Nel 1961 le comunicazioni non erano veloci come al giorno d’oggi, era necessario un quotidiano.
Peter Benenson interpellò David Astor, editore e direttore dell’Observer che già col suo giornale si era occupato di diritti civili.
Il 28 maggio 1961 uscì quindi, sull’ Observer, l’articolo, l’appello di Benenson, il Manifesto di Amnesty.
La reazione fu immediata da parte di tutto il mondo. La reazione era quella sperata. La scelta fu immediata. Benenson fonda Amnesty International.
Simbolo dell’ associazione è una candela sempre accesa avvolta dal filo spinato
Quando ho acceso la prima candela di Amnesty avevo in mente un vecchio proverbio cinese: ‘Meglio accendere una candela che maledire l’oscurità’. Questo è anche oggi il motto per noi di Amnesty
Il lavoro di Amnesty continua, premio Nobel per la Pace nel 1977.
Scopo di Amnesty è la tutela e la difesa dei prigionieri di coscienza termine coniato proprio da Amnesty che rende alla perfezione l’idea della privazione della propria libertà a causa del proprio pensiero, della propria religione, della provenienza.
Oggi Amnesty è una delle associazioni più importanti al mondo il cui lavoro rimane costate e fermo in difesa del proprio essere umani pensanti.
The success of the 1961 Amnesty Campaign depends on how sharply and powerfully it is possible to rally public opinion. It depends, too, upon the campaign being all-embracing in its composition, international in character and politically impartialin direction. Any group is welcome to take part which is prepared to condemn persecution regardless of where it occurs,who is responsible or what are the ideas suppressed. How much can be achieved when men and women of good will unite was shown during World Refugee Year. Inevitably most of the action called for by Appeal for Amnesty, 1961, can only be taken by governments. By experience shows that in matters such as these governments are prepared to follow only where public opinion leads. Pressure of opinion a hundred years ago brought about the emancipation of the slaves. It is now for man to insist upon the same freedom for his mind as he has won for his body.
– Peter Benenson
www.amnesty.it
Fonte www.fanpage.it