Cassazione: “Alla Diaz si agì come nei peggiori regimi antidemocratici”
Nella sentenza di condanna ai domiciliari per il dirigente della Polizia Caldarozzi, la Corte suprema sottolinea la gravità dei fatti avvenuti nella scuola Diaz durante il G8 di Genova.
Secondo la Corte di Cassazione i fatti avvenuti nella scuola Diaz durante il G8 di Genova furono “comportamenti illegali di copertura poliziesca propri dei peggiori regimi antidemocratici che portarono discredito internazionale sul nostro Paese”. La Suprema Corte ha voluto ribadire la gravità dei fatti avvenuti nel 2001 nella motivazione alla sentenza con la quale l’ex capo dello Sco Gilberto Caldarozzi è stato condannato in via definitiva a tre anni e otto mesi di reclusione. I giudici hanno deciso che il dirigente di polizia non può essere affidato ai servizi sociali in quanto non si è avuta da parte sua un “ripensamento critico della sua condotta”, in quanto ha sempre mostrato “indifferenza rispetto ad una prospettiva risarcitoria volontaria delle vittime, e si è rifiutato di esprimere pubblica ammenda per quanto accaduto in riferimento alle sue colpe, dando una lettura minimale delle sue responsabilità”.
La Cassazione nelle motivazioni ha voluto sottolineare che le violenze alla Diaz furono un fatto di estrema gravità. Per i giudici si trattò di “un pestaggio forsennato, di inaudita violenza e privo di alcuna ragione di inermi dimostranti colti nel sonno mentre si trovavano al chiuso di un edificio scolastico” e Caldarrozzi “dirigente di polizia, tutore della legge e della legalità si è prestato a comportamenti illegali in violazione di diritti fondamentali, di libertà, di tutela giudiziaria, della dignità della persona, riconosciuti in tutte le democrazie occidentali, nella nostra suprema carta”. L’agente di polizia dovrà quindi scontare otto mesi di reclusione ai domiciliari in quanto gli altri tre sono coperti da indulto, oltre alla pena accessoria che lo vede interdetto dai pubblici uffici per cinque anni.