Iran: polizia attacca migliaia di oppositori al regime
La polizia è intervenuta per fermare e disperdere i dimostranti, che al grido di ‘Allah Akbar’ (dio è grande) e ‘Morte al dittatore’, intendevano marciare verso la vicina università centrale della capitale.
Molti manifestanti, tra i quali erano in gran numero le donne, si sono dispersi nelle vie adiacenti, inseguiti dagli agenti, mentre cassonetti di immondizia venivano dati alle fiamme. I manifestanti si sono radunati sulla Piazza Enghelab all’imbrunire, rispondendo ad un appello del movimento degli studenti.
In precedenza un sito degli studenti dell’università Amir Kabir aveva riferito che la polizia aveva impedito agli universitari che dalla mattinata protestano all’interno dell’ateneo di uscire per unirsi agli altri manifestanti.
Majid Tavakoli, leader degli studenti iraniani dell’istituto politecnico Amir Kabir di Teheran, sarebbe stato arrestato dalle forze di sicurezza iraniane durante le proteste anti-governative che hanno interessato oggi i principali atenei della capitale iraniana. Lo hanno riferito alcuni blogger della Repubblica Islamica sul social network Twitter, dove da stamattina circolano notizie non confermate sulle manifestazioni degli studenti in corso a Teheran e nelle università delle altre città dell’Iran.
Tavakoli era già stato arrestato in altre occasioni dalla polizia iraniana per la sua attività politica. Il leader studentesco, membro del consiglio dell’Associazione degli Studenti Islamici dell’università Amir Kabir, era stato in carcere per la prima volta nel maggio 2007 e poi rilasciato nell’agosto 2008. Nel febbraio 2009 Tavakoli era stato nuovamente arrestato e imprigionato nel carcere di Evin, riservato ai detenuti politici, per poi essere liberato il 3 giugno. Tavakoli era stato fermato per aver partecipato a una cerimonia di commemorazione di Mehdi Bazargan, il primo ministro della Repubblica Islamica.
Secondo l’agenzia di stampa Fars invece “circa 2mila studenti partecipano a una protesta ufficiale all’interno dell’università, gridando slogan per sostenere la guida suprema”, l’ayatollah Ali Khamenei.
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