Altre 2 risposte di parlamentari sull’esame del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135 (Ronchi) sulla privatizzazione dell’acqua
Andrea On. Sarubbi
Ho ricevuto e letto con attenzione la Sua e-mail.
Prima di rispondere, ho aspettato che si svolgesse in Aula il dibattito e la votazione sul decreto legge 135.
Se fosse interessato, sul mio blog ho cercato di riportare, nel modo più obiettivo possibile, le diverse posizioni in campo.
http://andreasarubbi.wordpress.com/2009/11/19/decreto-privatizzazione-acqua-parlamento-pd/
Grazie. Andrea Sarubbi – deputato Pd
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Amalia On. Schirru
Ieri, in Aula, ho votato contro il cosiddetto decreto legge Ronchi, già approvato dal Senato ed imperniato sulla liberalizzazione dei servizi pubblici locali, compresa l’acqua. I voti a favore sono stati 302, 263 quelli contrari.
Il Governo, per evitare un confronto parlamentare trasparente, legato alla possibilità di adempiere al nostro mandato elettorale, oltre ad apporre la fiducia, ha usato l’ormai consueta prassi di inserire nei provvedimenti articoli non certi attinenti. Esautorando, di fatto, il Parlamento dalle proprie funzioni.
Anche stavolta è stato rispettato lo stesso copione: in questo provvedimento, vi è l’articolo 15 sull’acqua, che già aveva definito a dir poco preoccupante. Come è stato ben esplicitato dai miei colleghi del PD in Aula, pur non esistendo nessuna procedura d’infrazione su questo tema da parte della Corte di giustizia delle Comunità europee, anzi quest’ultima ha ritenuto legittimo il procedimento di affidamento “in house” adottato dall’Italia in tante occasioni, è stato inserito un articolo, non con la possibilità di ricorrere ai privati, ma addirittura l’obbligo di privatizzazione. Entro qualche anno, si stima che oltre il 50 per cento dei comuni italiani debba cedere oltre il 70 per cento della propria proprietà della gestione dell’acqua. In una parola: svendere.
Ho ricevuto centinaia di email in questi giorni di cittadini che si sono mobilitati contro questo provvedimento. Noi, il PD, abbiamo votato contro. Contro un provvedimento che per l’ennesima volta non tutela l’interesse e la qualità della vita dei cittadini, figuriamoci l’interesse generale del Paese.
Amalia Schirru
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Stefania Spiga
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