La solidarietà vale il 4% del Pil
Il suo ‘motore’ è il bene comune e collettivo e vale il 4% del prodotto interno lordo: è l’altra economia.
L’altra economia vale circa 170 mila aziende, il 6% degli occupati complessivi (1,4 milioni di unità) e quasi 700 mila volontari.
E’ l’insieme di reti, di operatori economici, politici e culturali che mettono al centro della propria azione solidarietà ed etica, e che “possono indicare una via” per uscire da “una delle più gravi crisi economiche della storia”. A scattarne la fotografia è l’organizzazione Obi-One, che ha presentato a Roma il ‘Primo Rapporto Nazionale sull’Altra Economia In Italia.
Assenza di scopo di lucro, efficienza, trasparenza e responsabilità sociale ed ambientale sono alcuni dei principi base di quest’economia, che genera un valore aggiunto di 60 miliardi. I settori che la rappresentano maggiormente sono quelli del riuso e del riciclo (65 mila aziende e 23 miliardi di valore aggiunto, con 547 mila addetti) e dell’agricoltura biologica (circa 50 mila aziende), ma ci sono anche 17 mila aziende nei settori di cultura, sport e ricreazione. “L’auspicio è – conclude lo studio – che, chissà, anche con la complicità di questa drammatica crisi, emergano quanto prima le contraddizioni del modo di produrre, di consumare e di vendere che oggi dominano il mercato”.