Digitale terrestre, problemi e difficoltà di scelta
Canali in alta definizione, nuove piattaforme digitali satellitari, “switch over” e “switch off”, decoder interattivi e segnali criptati: la nuova era della televisione è fatta (anche, se non soprattutto) di questo. Di aggiornamenti, contratti e tecnicismi che sfuggono alle conoscenze del pubblico di massa, che spesso si trova impotente davanti a problemi funzionali finora sconosciuti.
Alla maggior parte degli utenti, alle persone abituate a malapena a maneggiare a dovere un telecomando, interessano più che altro nozioni essenziali: sapere (senza neppure capire) come si sintonizza il proprio apparecchio televisivo sui canali del digitale terrestre, come scegliere la “pay Tv” più conveniente, quale decoder comprare. Lo scenario, come abbiamo più volte documentato, è parecchio complesso ed è di conseguenza facile, per chi vive la rivoluzione digitale da semplice spettatore, fare confusione. Anche perché le informazioni utili a sciogliere i dubbi non sempre sono immediatamente reperibili.
Per gli utenti poco informati in materia è innanzitutto bene ribadire un paio di concetti. La Tv digitale si può fruire da tre diversi sistemi – satellite, digitale terrestre e Iptv (la televisione via Internet) – e può essere gratuita o a pagamento. Nel passaggio da analogico a digitale, attraverso il processo di “swtich over” prima (oscuramento di RaiDue e Rete4) e di “switch off” poi (spegnimento di tutti i canali analogici) ciò che serve per continuare a vedere gratuitamente i cosiddetti canali “in chiaro” (quelli di Rai, Mediaset, La7 e di tutte le emittenti locali e commerciali) è un decoder. O questo è direttamente integrato nel televisore – da aprile qualsiasi modello venduto nei negozi è di questo tipo – o lo si compra a parte, ricordandosi che un “set top box” serve un solo apparecchio Tv e non tutti quelli presenti in casa. Se si vuole spendere poco, sui 30 euro circa, la scelta può cadere su un modello “zapper”, che abilita la ricezione di tutti i canali gratuiti del digitale terrestre. Attenzione quindi: con questi ricevitori non si può accedere ai programmi a pagamento (Mediaset Premium, Dahlia Tv, la ex La7 Cartapiù, che necessitano invece di un ricevitore “Mhp” interattivo) perché non leggono le carte magnetiche e non è detto che funzionino correttamente ovunque.
In Piemonte, Lazio, Trentino e Sardegna, dove il processo di digitalizzazione è in atto, sono frequenti i casi di disservizio. Le cause? Segnale debole, sintonizzazione non corretta, aggiornamenti in corso, antenna inadeguata. Risultato: alcuni canali non si vedono più come prima, quando c’era solo la Tv analogica. E non è finita qui. Il decoder collegato alla Tv dell’abitazione principale potrebbe infatti non operare a dovere nella seconda casa di montagna o al mare se questa si trova in una zona coperta solo parzialmente dal digitale terrestre. Che fare in questi casi? Le scelte possibili sono due: o affidarsi a un decoder satellitare (costano mediamente sui 100/150 euro) e godersi tutto quanto disponibile (canali generalisti compresi) via etere oppure sposare la nuova proposta di TivùSat. La piattaforma satellitare voluta da Rai e Mediaset nasce proprio per ovviare ai problemi di ricezione che pare interessino un milione e mezzo di famiglie italiane e trasmettere, previo acquisto da parte dell’utente di apposito decoder da 99 euro, tutta l’offerta gratuita del digitale terrestre.
Pay Tv, Dt contro satellite anche in alta definizione
Chi vuole andare oltre ed è interessato ai programmi a pagamento ha, come detto, tre strade: Sky (satellite), Mediaset Premium o Dahlia Tv (digitale terrestre), le emittenti che trasmettono via Internet in banda larga, vale a dire le Iptv di Telecom Italia (Alice Home Tv), Fastweb, Wind e Tiscali. Le promozioni si sprecano un po’ ovunque ma la lotta principale è fra le prime due.
La satellitare Tv di Rupert Murdoch punta quest’anno forte sull’alta definizione (con oltre 30 canali disponibili in questa tecnologia) e ha sostituito più che degnamente i programmi persi per il mancato rinnovo con la Rai riguardante i canali satellitari di quest’ultima. Il menu proposto è sempre lo stesso: bouquet di canali multitematici (circa 300 quelli in palinsesto) da poter assemblare a propria scelta con la formula del pacchetto base (che costa da un minimo di 19,90 a un massimo di 29,90 euro mese) associabile alle categorie Cinema, Calcio e Sport.
Chi si abbona a tutte spende fino a 69 euro al mese, promozioni escluse, ma almeno non ha l’onere di andarsi a comprare il decoder visto e considerato che gli viene fornito in comodato d’uso con un costo una tantum di attivazione (49 euro per quello Hd e addirittura 199 euro per il modello MySky Hd che permette di registrare programmi sull’hard disk interno con un solo tasto del telecomando).
Il digitale terrestre in “pay per view”, invece, impone la dotazione di un ricevitore interattivo e in tal caso per il neo utente si aprono due possibilità: o acquistare un nuovo televisore dotato di “smart cam” (il dispositivo capace di leggere le carte a pagamento), scelta che evita la necessità di un decoder esterno, oppure investire circa 70 euro per un prodotto (certificato con bollino Dgtvi possibilmente) da collegare all’apparecchio televisivo esistente. Se si vuole percorrere sul Dt la strada dell’alta definizione, che Mediaset offrirà da fine mese, il discorso cambia: serve un televisore Hd ready o meglio ancora Full Hd e un decoder compatibile con le trasmissioni in formato Hd, che può costare (vedi quelli dotati di doppio lettore di smart card) oltre i 160 euro.
La scelta fra una o l’altra piattaforma è una questione di contenuti e tariffe: Mediaset Premium offre in promozione fino al 22 agosto con formula Easy Pay (si paga ogni due mesi con addebito in conto corrente o via carta di credito) il pacchetto “Gallery + Calcio” (canali di intrattenimento, cinema e partite in diretta) a 19,90 euro mese per un anno intero. C’è chi ha già approfittato dell’ulteriore sconto operato da MediaWorld e con poco più di 130 euro si è assicurato dodici mesi di programmazione in salsa digitale. Che vi sia una guerra senza esclusione di colpi con Sky è abbastanza facile da intuire.
Altra storia, infine, sono gli abbonamenti alle Iptv: i canali pay accessibili, oltre a quelli proposti nel bouquet di base, sono gli stessi dell’offerta satellitare o del digitale terrestre. Il loro “plus” dichiarato non è tanto sul lato contenuti quanto in quello di combinare tre servizi – Tv, telefono e Internet – in un unico pacchetto. Quanto appetibile dal punto di vista dei costi (il decoder è fornito gratuitamente) sia la Tv via Internet non è così facile da determinare: occorre, con certosina pazienza, confrontare i vari pacchetti proposti (attenzione al fatto che le promozioni valgono solo per i nuovi abbonati) e valutarne la convenienza in funzione delle personali esigenze. La corsa alla televisione digitale non conosce soste e forse è giusto che sia così. Di sicuro lascia più di qualcuno scontento per strada.