Duri scontri in piazza e all’Università di Teheran, una trentina di arresti
Migliaia di persone hanno manifestato per ricordare le proteste studentesche del 9 luglio del 1999 e contestare la rielezione del presidente Ahmadinejad. Le forze para-militari hanno caricato la folla. Dalle testimonianze dei blogger in tre sarebbero stati colpiti da colpi d’arma da fuoco.
Trenta persone sarebbero state arrestate oggi nei pressi dell’universita’ di Teheran, dove sono divampati gli sconti tra i manifestanti riformisti e i basij, forze paramilitari filo-governative. Lo riportano voci non confermate riferite da blogger iraniani, secondo i quali gli uomini della sicurezza avrebbero anche sparato gas lacrimogeni contro i manifestanti. Spari sarebbero stati uditi, inoltre, in diverse zone della città, in particolare nella zona di piazza Azadi. Alcuni blogger parlano di tre persone colpite da colpi d’arma da fuoco, le cui condizioni, tuttavia, non è ancora possibile accertare. Circa tremila persone hanno manifestato oggi a Teheran, nei pressi dell’università, per ricordare le proteste studentesche del 9 luglio del 1999 e contestare la rielezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad, avvenuta il 12 giugno.
Le proteste di oggi si sono concentrate nella zona di piazza Enqelab e dell’universita’. La polizia iraniana, come confermano alcuni media occidentali, ha sparato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti anche a piazza Vanak, dove sarebbero stati eseguiti altri arresti. Voci sempre piu’ insistenti, ma anche in questo caso non confermate, riferiscono di scontri davanti al famigerato carcere di Evin, dove vengono rinchiusi i prigionieri politici.
Secondo alcuni blogger iraniani la polizia avrebbe sparato sui manifestanti che affollano piazza Enqelab con pallottole di gomma e alcuni di essi sarebbero feriti. Per questo motivo numerosi utenti del social network ‘Twitter’ hanno pubblicato post in cui si chiede a medici e personale specializzato di recarsi nelle zone degli scontri per prestare soccorso ai feriti.Incendi sono divampati in molte aree della citta’, in particolare nella stazione di Mirdamad, dove testimoni oculari riferiscono che le fiamme sono ormai fuori controllo. Molte persone sono salite sui tetti delle case, come si faceva ai tempi della rivoluzione islamica del 1979, per intonare il grido di sfida al governo “Allahu Akbar”.